TRAVERSATA DEL NEVOSO

Una decina di anni fa avevo percorso a piedi il bellissimo crinale est che sale alla vetta del Nevoso.
Il tempo passa e i ricordi sbiadiscono, nel contempo a volte nascono e crescono idee per percorrere in MTB sentieri al di fuori delle classiche rotte ciclabili.
Era da tempo insomma che volevo portarmi la bici fino alla vetta dello Sneznik… per poi provare a scendere sul versante orientale.
Mi ricordavo che scesa la detritica calotta sommitale il sentiero bollato conduceva ad una selletta in corrispondenza del bivio per Grcovec (Valle dei Nodi e quindi Sezanje, il luogo della “LUCE”) e proseguiva poi verso l’estremità della dorsale raggiungendo la Ulrich Strasse (in pratica la “grande viabilità”), lambendo il Gasperjev Hrib (1.402 m) o monte Gasparo che domina la valle della morte poco sopra la località Mezelisce con tutte le sue fortificazioni del Vallo orientale.
A parte la calotta sommitale mi ricordavo che il single track avrebbe regalato lussuria ed adrenalina a nastro!
Il fato ha poi deciso che anche questa ricognizione doveva essere un altro GPCM… e che nessuno fuori di me potesse quel giorno godere di tali esclusive sensazioni.
Dopo mesi in attesa del giorno buono per proporre la traversata in quota, il buon SITM noto pure come Travizan, mi propone il suo classico Nevoso Legale, con partenza in bici da casa all’alba, salita a piedi alla vetta e rientro in bici dopo il tramonto.
La certezza con la quale giunge il mio NO GRAZIE è totale, ma contemporaneamente scatta il GPCM!
Detto fatto, con comoda partenza verso le 10:00 raggiungo Sviscaki e per le 12:00 inizio a pedalare.
All’una sono al park alto, quello del gestore per intendersi, dove normalmente si nascondono le bici tra i mughi (e infatti trovo quelle di SITM e del suo compagno di merende).
Bici in spalla e via tra le mughere.

45 minuti di dolce pendio intervallate dall’incontro col SITM calante condito da bestemmie, duri epiteti, prese per il cu*o e un grande abbraccio solidale mi conducono sulla magica cima al solito spazzata da un vento teso e persistente che solo a tratti consente a lame di luce di penetrare nella coltre nuvolosa.
Entro in rifugio solo per coprirmi meglio, e poco dopo sono in vetta.
La Trigger accanto a me.

 


Non penso neppure a una sosta rigenerante… la voglia di scendere (e di allontanarsi dalla centrifuga eolica) è troppo preponderante.
Abbasso il telescopico e via… a piedi, giù per un pendio detritico dove la bici si usa come due bastoncini o meglio come uno di quei supporti per anziani! =D =D =D
Il vento subito diminuisce, la ciclabilità però rimane un’utopia!
Si prosegue nelle mughere, a volte strette a tal punto da costringere a camminare con la bici in resta davanti a se, a volte più comode, ma sempre con balzi rocciosi, con radici tipo “archi naturali” dove a volte vien da chiedersi se sia più semplice passare bassi!
In effetti ci vogliono 30 o 40 minuti di porchizzii e quant’altro… ma alla fine si esce su una selletta in corrispondenza del sentiero che scende a Grcovec (Valle dei Nodi) e al rifugio privato di Sezanje.
Chissà come sarà la discesa in bici nella grande conca ai piedi del versante meridionale del Nevoso? (prossima esplorativa?)
Io proseguo verso Gasparetto. E finalmente riesco a deambulare in sella o quantomeno sui pedali della bici!
Non mi dilungo sui colori dell’ambiente autunnale, pur in una giornata senza sole FANTASMAGORICI.
La discesa è finalmente divertimento, pian piano per evitare insidie rocciose nascoste dal folto tappeto rosso di faggio giungo sulla sterrata secondaria e poco più sotto alla Ulrich Strasse che da Gomance e Klana porta a Dolina dei Noccioli e quindi a Masun e a Kozarisce.
Mi dirigo verso Masun e in località Casa prendo la strada più alta, che traversa in quota verso ovest, passando dietro a Pekel, la valle cieca a nord della cima del solito Nevoso.

Su questa sterrata chiusa al traffico veicolare, mi aspettano le sorprese di giornata. Una più bella dell’altra.
La prima è una “fatta” d’orso che con spirito mukukiano “tocco” per valutarne la freschezza. Per fortuna non sembra di giornata, anche se la certezza….
La seconda, mentre proseguo sul chi vive con solo il rumore delle ruote sul ghiaino, è un boato che esplode ad una decina di metri da me nella foresta sul lato a monte… E’ il RE della foresta in persona! Un animale maestoso, sembra un cavallo da corsa, con un palco di corna… ENORME!
Mi sembro un marinaio, ma credetemi, l’emozione di vedere un essere enorme che corre tra gli alberi schivando i tronchi più grandi, ma devastando tutto il sottobosco come un caterpillar è sensazionale!
Per un attimo continuo a sentire il frastuono di rami spezzati che corre parallelo alla strada, poi mi supera, lo vedo attraversare la strada una ventina di metri davanti alla bicicletta, e scomparire nel bosco a valle.
E’ stato emozionante. Mai avevo visto un animale così grande.
Penso sempre ad un possibile incontro con un orso quando sono immerso nel mare verde del Nevoso e mi immagino sempre un incontro non uno scontro… Sono convinto che muovendosi con circospezione, e tralasciando cuccioli o altri motivi che possano suscitare reazioni aggressive, l’incontro possa risultare un regalo incommensurabile, per chi ama la natura e cerca di avvicinarsi il più possibile in punta di piedi.
Certo che la maestosità del cervo visto da vicino sabato mi resterà impresso nei ricordi, come pure il senso di precarietà, di inferiorità, di insicurezza davanti ad un animale del genere.
Di questo sono certo, si può essere attenti e silenziosi e rispettosi quanto si vuole… poi che salti fuori King Kong con le corna o l’Orso Yoghi domacio si spera solo che siano loro ad andare nella direzione opposta allontanandosi da noi, perchè se per qualche motivo gli stiamo sui cabasisi e decidono di caricarci…


Bene, scusate la digressione ma l’incontro è stato veramente “zuper” e l’adrenalina è ancora al top!
Un paio di km dopo, incontro un altro cervo assieme a due femmine che spaventati scappano verso il basso. Sparo numeri a caso, ma per farvi un’idea, questo maschio anch’esso con un bel palco di un metro di ampiezza potrà pesare 100/130kg, quello di prima in confronto era tre volte di più,  300/400 kg Pazzesco! E’ una stima, ma non credo sia distante dalla realtà.

Raggiungo la strada che sale da Masun e per questa raggiungo Grda Draga (Val Brutta) e quindi Sviscaki dove arrivo alle 16:45 dopo 26 km con un dislivello di 954 m.
Tempo di buttare un occhio ai porcini di Crni Dol (trovo solo muscarie a go-go… i porcini li han presi stamane!) e poi via verso casa.
Negli occhi ancora quell’enorme massa di muscoli, con un manto a più colori, sembrava una criniera, un treno… ecco un treno che percorre a 30/40 km all’ora il bosco distruggendo o comunque spostando qualsiasi ostacolo si trovi davanti.
FANTASTICO!
in altre parole NEVOSO!
La traversata Gasparetto

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