KRNISSIMO 2019

Venerdì scorso abbiamo ripetuto l’oramai classico “giretto” del Krn.

Il meteo è stato clemente e ci ha regalato una dolce salita accompagnati da una brezza deumidificatrice dell’intensa sudorazione, con spesse nubi con effetto aerosol che rendevano ancora più affascinanti gli ampi vuoti che cingevano i ripidi pendii del lavatoio come la rocciosa cresta della Batognica (max quota 2.150 m).
Oltre al madido oracolone, l’unica “slavazada” risultava la Sibilla causa inopportuno distacco del camelbag all’interno dello zainetto!

Pur con la “scorciatoia” proposta (e ovviamente scartata l’altr’anno) dal Gomer per evitare la perdita di dislivello oltre forcella Skrbina, abbiamo raggiunto la forcella del Vrh Nad Peski solo alle 15… a circa 5 ore e mezza dalla partenza da Planina Kuhinja!
Gomer… per tutti i “vaffa” dedicati era come se fossi là con noi !
Pero’ bisogna ammetterlo… la scalinata del Monte Rosso non accorcia né rende più semplice il percorso, ma lo rende se possibile ancora più esageratamente affascinante e adrenalinico!
Grazie Gomer!

Finalmente “scollinato” la scarsa visibilità rendeva ancora più complesso l’arzigogolato trail e i tratti a spinta si ripetevano anche nella prima parte della discesa.
Solo dai 1.800 m in giù il cielo finalmente si apriva, offrendoci oniriche visioni fino al calare dell’oscurità, fortunatamente quando oramai gia eravamo nei pressi di Tolmino.
Come le altre volte (per me è la quarta) il giro in quota è infinitamente ricco di fatiche e contemporaneamente di enormi soddisfazioni.

Non è mountainbike?
Per me si. Assolutamente. Anche se la ciclabilità dal quarto all’ottavo km è quasi impossibile, e fino al quattordicesimo possibile solo a tratti.

Se mi permettete… una menzione speciale alla Sibilla, che si è autonomamente proposta per il tour (prima di possedere la scalpel in carbonio mai aveva lasciato sperare in una sua partecipazione se non di corsa), e che in questo momento è in volo verso il Giappone. Oltre a destreggiarsi superbamente tra la faticaccia in salita ed i numerosi punti tecnici in discesa. E’ riuscita pure a controllare i propri timori reverenziali per i tratti esposti. Brava. Son proprio orgoglione.

Sugli altri amici di merenda poco da dire, se non entusiasmo e fede cieca.
C’è chi li definisce “adepti” oracoliani, ma si tratta solamente di fedeli che hanno aperto gli occhi davanti alla VERITA’ :

PER FARE MOUNTAIN BIKE SERVE LA MONTAGNA… per il ciclismo va bene invece qualsiasi bicicletta

=D

PS: Un sincero ringraziamento al gruppo per averci concesso il furgone VULKAN/WATERBIKE per salire fino agli alpeggi con un unico mezzo.
Roby Gava Oracle
Chiara Bosco Sibilla
Andrea Visentin Kalash
e
Walter Amezic Wally

 

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