GITA IN PUSTERIA

Nel weekend tra il 31 agosto e il 1 settembre il calendario Vulkan prevedeva la gita in Lessinia organizzata da Nicol e dal sottoscritto, tuttavia alcuni imprevisti logistici ci hanno impedito di dirigerci verso quelle mete. Così per evitare di rimanere a bocca asciutta abbiamo messo su una due giorni in Val Pusteria. La zona è sicuramente più nota ai consoci, tuttavia il poco tempo a disposizione per l’organizzazione ci ha costretto a valutare percorsi più conosciuti e devo dire che tirando le somme la scelta ci ha ripagato.
Ecco la cronaca delle nostre scorribande:

 

SABATO 31/08/19

Lasciamo le auto a Sesto nel parcheggio della stazione a valle della cabinovia e dopo aver preparato le bici e messo in spalla gli zaini ci avviamo verso Moso. Dopo essere saliti un pò sul versante del Monte Elmo dapprima imbocchiamo la carrareccia che sale alle malghe poi giriamo a destra per rimanere più bassi sul sentiero 13A che arriva al Passo Mantecroce scorrendo più o meno parallelo alla strada. Il sentiero ci regala qualche chilometro di radici bagnate e viscidi ponticelli di legno che incontrano accoglienza opposta da parte dei partecipanti, qualcuno si diverte parecchio nel ghirigoro del sottobosco, qualcun altro probabilmente ne avrebbe fatto a meno. Di sicuro il tutto si è rivelato un avvio di gita “scoppiettante”.
Giunti al Passo cambiamo versante e saliamo alla volta dei Prati di Croda Rossa sul sentiero 18. La storia da questa parte è del tutto differente, il sentiero è asciutto largo ed agevole e l’unica difficoltà è rappresentata da un paio di rampe più ripide che però vengono agevolmente superate grazie alla certezza che in cima ci aspetta una bella ricompensa: un paio d’ore di riposo ed un fantastico pranzo innaffiato da fresca birra al Rifugio Rudi.
Rifocillati è ora di ripartire. Scendiamo lungo quella che in inverno diventa la pista di slittino, arriviamo al parcheggio alla base del Croda e da lì risaliamo i prati di larici che si trovano all’imbocco della Val Fiscalina per poi girare su un bel sentiero che ci permette di superare l’abitato di Sesto rimanendo a mezza costa. Ridiscendiamo sulla pista ciclabile poco prima del laghetto di Sesto e proseguiamo per qualche chilometro in direzione San Candido.
Nei pressi della segheria lasciamo la ciclabile e prendiamo a sinistra il sentiero 105 che ci condurrà fino al Rifugio Tre Scarperi dove è fissata la conclusione della prima tappa. Il sentiero risale la Val Campo di Dentro ed in più punti incrocia o sfiora il serpentone asfaltato che viene usato dal bus navetta per accompagnare gli escursionisti che vogliono risparmiare un pò di tempo e fatica. Giunti a destinazione avremo sulle gambe 31 chilometri con 1.100 metri di dislivello, non molti tutto sommato ma abbastanza da farci apprezzare la conclusione del giro.
Prendiamo possesso dei nostri letti in camerata e poi alcuni di noi risalgono in sella con la speranza di riuscire a fare un giretto della Valle prima di cena… niente da fare i sentieri a monte del rifugio sono tutti interdetti alle bici. Poco male: doccia, birra tutti insieme sui tavoli all’aperto e poi tutti a tavola.
La cena viene servita già alle 18 e prima del silenzio passano ben quattro ore di chiacchere e risate annaffiate da un ottima palinka ungherese fatta in casa.
Quando ci ritiriamo alle 22 la comitiva di escursionisti tedeschi nostri compagni di camerata sono già tra le braccia di Morfeo. Li seguiamo a ruota.

 

 

DOMENICA 01/09

I nostri compari tedeschi sono già tutti in piedi ed arzilli alle 6:30 quindi ci alziamo anche noi.
La giornata si preannuncia metereologicamente splendida (ndr.: nonostante le previsioni avverse sono scese solo due gocce di pioggia in tutto il weekend!) quindi dopo colazione, mentre la comitiva tedesca già si incammina, noi aspettiamo che il sole inizi a scaldare un pò il fondovalle.
Partiamo poco prima delle nove scendendo per lo stesso sentiero del giorno precedente per circa due terzi della sua lunghezza per poi deviare a sinistra con l’intenzione di raggiungere il Monte Baranci all’altezza dei Bagni di San Candido.
Il primo tratto lo si fa a spinta su una vecchia frana e poi in bosco sopra radici e sassi bagnati, poi si risale in sella e c’è un bel saliscendi fino all’ultima picchiata che sbuca appunto all’altezza dell’ormai fatiscente struttura dei Bagni. Riempiamo le borracce con le famose Acque Minerali e risaliamo fino al Rifugio Jora. E’ presto e c’è un bel sole perciò decidiamo di non fermarci e di proseguire fino al Lago di Dobbiaco.
Una volta scesi al parcheggio del Monte Baranci invece di prendere la ciclabile percorriamo la traccia della Dolomiti Superbike fino a Dobbiaco e da lì in qualche minuto raggiungiamo il lago dove ci sediamo per la prima dissetante sosta.
Risaliamo sulle nostre cavalcature per riavvicinarci alle auto. Questa volta percorriamo la pista ciclabile asfaltata fino a San Candido e quindi lo sterrato alla volta di Sesto e ci fermiamo a pranzare nel ristorante Alte Säge che si trova nei pressi della segheria.
Alzati da tavola ci aspetta l’ultima tappa della gita, per la grande gioia soprattutto di Chiara e Nicol. Il cielo si copre ma noi ci dirigiamo comunque verso la Val Fiscalina dove a monte di una delle tante cascatelle del Rio di Fiscalina si è formata un’isoletta di sabbia bianca che con l’acqua cristallina del torrente sembra imitare una spiaggia caraibica. Mentre il sole fa di nuovo capolino tra le nuvole ci rinfranchiamo immergendo i piedi nell’acqua gelida.
Da qui solo discesa fino alle auto. La giornata si chiude con 38 chilometri e 600 metri di dislivello.

Ci salutiamo un pò stanchi ma credo tutti soddisfatti, testimoni del fatto che a volte anche le rotte più trafficate possono riservare viaggi piacevoli se fatti in buona compagnia.

Hanno partecipato: Walter Sanzin, Chiara De Cristini, Fabio Giandon, Marina Rasman, Roberto Puccioni, Tiziano Puzzer, Nicol Guidolin e Giovanni Delle Fave.

 

Lascia un commento